Cancellato un pezzo di storia, questo è successo il 24 giugno 2022 negli Stati Uniti d’America. La Corte Suprema americana ha annullato la sentenza Roe vs. Wade che dal 1973 aveva garantito il diritto all’interruzione di gravidanza per le donne.

Quando viene negato un diritto costituzionalmente garantito alle donne, conquistato dopo anni di lotte, allora è la storia dell’umanità che perde una battaglia.

Una storia che come associazione femminista che è nata sui principi dell’autodeterminazione, del riconoscimento di ogni essere umano di fare le proprie scelte, per la propria persona, per il proprio corpo e per la propria vita, sentiamo il bisogno di riaffermare, di riconoscere. 

Non possiamo tacere la nostra tristezza, la nostra rabbia.

Negare dei diritti in uno stato democratico nel XXI secolo non è accettabile.

La storia è piena di periodi in cui invece di proseguire il cammino dell’avanzamento dei diritti, sì è “tornati indietro”, ma questa è una ragione in più per far sentire la propria voce, le nostre voci, per non dimenticare, per far sì che questo giorno buio nella storia delle donne, non passi senza che questa nostra voce non si levi, come più volte è successo in passato. Evitiamo, per parafrasare Condorcet, che la “violazione dei diritti degli esseri umani diventi una abitudine”. 

L’attacco di forze reazionarie alla capacità di autodeterminazione delle donne e delle persone trova anche nel nostro Paese consensi. Sappiamo che questa sentenza renderà più forti le pressioni e le spinte regressive sul piano sociale e culturale. Come associazione che anima e custodisce un luogo che è spazio di iniziativa e di ricerca nel cuore della città siamo per un patto intergenerazionale  e un’alleanza trasversale con le donne, le soggettività non eteronormate, le forze democratiche capace di arginare e combattere questa temperie retrograda che rigettiamo.