Teorie e pratiche della mondialità
Nel corso del seminario interno di Orlando del 2014 si propose l’articolazione dell’associazione in gruppi di riflessione, ricerca ed iniziativa. Uno di questi era il gruppo che aveva come suo interesse primario i rapporti tra femminismo e politica internazionale con l’obiettivo di conoscere e scambiare pensiero e azione con femminismi altri rispetto a quelli italiani e occidentali.
E’ solo nel 2015 in seguito ai drammatici eventi terroristici in Europa il gruppo inizia ad incontrarsi con regolarità e si nomina Teorie e pratiche della mondialità per sottolineare il duplice interesse verso la riflessione politica e l’esercizio di pratiche volte al raggiungimento di un dialogo con donne appartenenti a culture, biografie, tradizioni, religioni diverse .
L’associazione Orlando si riferisce alla dimensione mondo fin dalle sue origini e il gruppo ha ereditato il patrimonio di riflessioni e incontri del gruppo internazionale che negli anni 80 e 90 aveva costruito reti con donne singole e movimenti attivi in paesi differenti con regimi dittatoriali e coinvolti in conflitti (in Cile, sostenendo biblioteche, case, centri autonomi di donne, in Palestina e Israele, promuovendo relazioni tra israeliane, palestinesi e italiane, in paesi dell’ex Iugoslavia organizzando seminari sul ruolo e l’efficacia delle donne nel superamento dei conflitti, partecipando ad azioni di accoglienza e solidarietà ai profughi, e organizzando centri per donne e bambini colpiti dalla guerra.
Circostanze nuove, vale a dire l’esodo di milioni di esseri umani verso l’area del Mediterraneo e l’Europa, e il desiderio di contribuire utilmente ad accogliere donne in fuga da situazioni che ne minacciano vita e sopravvivenza dignitosa, spingono Orlando sia a dedicare un seminario, “Corpi in fuga dalle guerre. Riflessioni di donne” (dicembre 2015), che risponda all’esigenza primaria di capire cosa accade negli scenari geopolitici che muovono gli esodi, sia a formulare la proposta progettuale “Dignità e prospettive di futuro per le donne richiedenti protezione internazionale” (novembre 2015) in risposta all’Avviso pubblico del Comune di Bologna (Bolognaccoglie) per svolgere attività di volontariato nell’integrazione di persone inserite nei programmi governativi di accoglienza.
Sin dall’inizio il gruppo è impegnato nel superamento di barriere etnico-culturali, nell’accoglienza di donne richiedenti asilo e nell’incontro/scambio con donne straniere che vivono a Bologna, con l’obiettivo di contribuire alla costruzione di una società inclusiva rispettosa delle differenze convinte che per una buona accoglienza e convivenza siano indispensabili la conoscenza e lo scambio reciproci. Tale tensione si è tradotta nelle attività di riflessione e pratiche del gruppo per l’affermazione e la realizzazione di valori come dialogo, collaborazione, diritti, pari dignità degli individui, libertà femminile, apertura dei confini, sicurezza di movimento. Al centro è il desiderio di individuare un percorso comune tra noi e donne straniere che vivono in occidente, che professano il loro femminismo laico o con un approccio religioso. Non possiamo prescindere da questo posizionamento: i modi in cui le donne sperimentano il genere differisce a seconda delle loro posizioni nelle strutture di potere influenzate da differenze sociali, culturali, religiose e di classe secondo un approccio intersezionalista.
I due progetti “Bolognaccoglie” del 2016 e “Dialogo interreligioso e interculturale” del 2018 con diversi momenti di iniziative pubbliche e attività pratiche rivolte alle richiedenti asilo e a donne che vivono a Bologna ed hanno un background migratorio hanno caratterizzato questa prima fase del gruppo .
Nel 2019 ci siamo rivolte ad un contesto più ampio europeo, consapevoli della necessità che il pensiero femminista ripensasse la politica europea e internazionale e si occupasse non solo di temi specifici legati al genere, ma cogliesse “la differenza” ponendosi quale interprete e autore diretto del cambiamento globale. In particolare, abbiamo affrontato i temi dei confini e del diritto alla cittadinanza in un incontro pubblico su “Diritti della persona e Diritto di cittadinanza” ponendo al centro il tema della cittadinanza e dei diritti umani alla luce delle teorie femministe, dei dibattiti sul nodo identità nazionali/culturali e diritti di cittadinanza, delle discussioni sui limiti e valore oggi della nozione di diritti umani, e delle proposte tese a superare la nozione “nazionale” di cittadinanza (“cittadinanza europea”, “cittadinanza di transito”).
Nel 2020 Il gruppo ha proposto una serie di incontri-riflessioni su : “Movimenti di rivolta popolare nei paesi del nord Africa e Medio-Oriente” dove centrale è la presenza e l’attivismo delle donne. Questo progetto tutt’ora in corso si è realizzato solo per l’Iran in quanto il lungo periodo di isolamento nelle case del 2020 e 2021 ha impedito la realizzazione significativa.
Nel 2021 sempre nell’ottica di stabilire delle relazioni di ascolto e scambio con femminismi non occidentali in particolare con i femminismi comunitari territoriali dell’America latina, il gruppo ha organizzato l’incontro “Per un’etica ambientale femminista”, riflessione femminista sulla devastazione causata da Homo sapiens sull’ambiente animato e inanimato nell’Antropocene, mettendo al centro del pensiero e della azione la tessitura di relazioni e il prendersi cura del mondo circostante come imperativo morale.
Nell’agosto 2021 i tragici avvenimenti conseguenti al ritiro dell’esercito statunitense dall’Afghanistan e l’avanzata dei talebani ha attivato una rete nazionale di donne di cui Orlando fa parte che ha firmato il documento diffuso dalla rete Women e sottoscritto da circa 200 associazioni. In tale documento si chiedeva al governo italiano di attivare corridoi umanitari per mettere in salvo donne e famiglie minacciate dai talebani per aver collaborato con le forze occidentali.
Nella manifestazione nazionale dell’11 settembre e nell’incontro del 7 ottobre organizzato da Orlando con CISDA (Coordinamento Italiano Sostegno DonneAfgane) e COSPE (Cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti) si rinnovava l’impegno a sostenere la lotta delle donne afgane per il diritto allo studio, al lavoro, alla partecipazione alla vita politica nella lotta per la democrazia, la laicità, il rispetto delle libertà individuali e delle differenze.
Il Gruppo Mondialità partecipa all’Agenda politica delle donne:Per una città + inclusiva,+giusta,+accogliente curando nello specifico il coinvolgimento delle donne straniere e delle loro organizzazioni.
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Extra
Visita il percorso virtuale Visitare Luoghi Difficili a cura dell’Archivio di Storia delle Donne
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